«Bellissima maga in foto, proprio come la Maga della Rayuela cortázariana, tassello mancante nella galassia sudamericana femminile novecentesca, insieme a Silvina Ocampo e a Clarice Lispector»
Il secondo e conclusivo volume che include tutti i racconti ancora inediti in Italia della celebre reina del cuento fantástico è arrivato in libreria!
Nadia Terranova ha letto Morte nel Bosco e Altri Racconti di Amparo Dávila (traduzione di Giulia Zavagna) e ha scritto per «Robinson» de «la Repubblica» un sontuoso ritratto a tutto tondo della signora dei cuentos, raccontando la donna, con le sue esperienze e le sue ombre, e la sua penna fulminante, capace di superare le soglie più oscure. Vi lasciamo un piccolo assaggio: “Questa straordinaria cuentista e poetessa messicana si è sbarazzata con naturalezza dei residui più logori del realismo magico per difendere l’oscurità e tradurla in prose fulminanti, tra il nero e il fantastico, che somigliano a piccoli incendi casalinghi e clandestini, fuochi che ardono nelle parti più polverose delle case di famiglia. […] Dávila è una strega, vede nell’oscurità storie che altri non vedono”.
Amparo Dávila è nata in Messico nel 1928 ed è scomparsa il 18 aprile 2020. Consacrata come una delle più grandi maestre messicane del racconto, è stata insignita del premio Xavier Villaurrutia nel 1977 e della Medalla Bellas Artes nel 2015. Nel 2020 Safarà Editore ha pubblicato “L’ospite e altri racconti” che, insieme al presente volume, completa il corpus delle opere della scrittrice.
Le cover sono collage surreali
Ancora una volta, a introdurre ed evocare i racconti inquieti di Amparo Dávila, c’è un volto. Ancora una volta si nasconde invece di rivelarsi, si manifesta per poi confondere e ritrarsi nello spettro delle sue molte possibilità. Non ci è dato sapere, proprio come accade nei racconti della scrittrice messicana, se la sua apparizione ci sia amica o nemica; ci basti sapere che esiste e che esprime gli innumerevoli volti che l’essere umano, e la realtà stessa, possono assumere a seconda del punto di osservazione da cui li contempliamo.
